sabato 21 maggio 2011

Infiammati sogni eretici

Alle 22.00 il cortile della Festa anti-nucleare è gremito di volti.
La straripante folla di mani, occhi, piedi sta aspettando lui. Gli ultimi arrivati, nel parcheggio domandano biglietti con un sorriso.
La musica tradizionale popolare pugliese si sparge tra la gente poco prima dell’ingresso dell’”eretico”.
Alle 22.30 fra mille luci colorate, fa la sua entrata lui: frac rosso, un’asta e un cilindro.
Un salto collettivo esplode quando sale sul palco, saluta e apre sulle note di “Chi se ne frega della musica”.
Caparezza saluta la festa anti-nucleare con un concerto dirompente: la folla non smette di saltare per quasi due ore.
Lo spettacolo eretico è articolato, pirotecnico, coloratissimo e accecante.
Tra molti travestimenti e ironici particolari inquietanti, sul palco sfoggia un conturbante sarcasmo che diverte i presenti.
Come un vero e proprio spettacolo teatrale, la dissacrazione beffarda di Caparezza prende corpo nei numerosi costumi di scena. Le parole pungenti e graffianti si intrecciano con melodie brillanti e intelligenti, che nell’insieme costituiscono la beffa e la sagacia che caratterizzano i testi delle sue canzoni.
Le luci, accecanti, sono perfette: evocano la lontananza di atmosfere probabilmente mai esistite ma che tutti osservano con normalità.
Non mancano mai i riferimenti ai vizi della nostra contemporaneità che sembrano non staccarsi mai dalla storia dell’uomo, trasformandolo spesso in un fantoccio, che l’”eretico” muove e ripropone sul palcoscenico insieme a vecchie maschere, antichi strumenti di tortura o realtà surreali che si muovono dietro di lui durante il concerto.
Nella metafisica del suo concerto, proprio mentre la folla vive un’esperienza quasi surreale, come un quadro di Dalì, arrivano gelide parole che riportano alla concretezza più spietata.
Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi (…),non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi e la costituzione sotto i piedi.”
Parole infiammate e illuminanti.


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