domenica 11 dicembre 2011

50 000 lacrime

Ma che Paese è quello in cui nel 2011 a Torino viene incendiato, con una violenza inaudita, un campo rom che ricorda l'agghiacciante notte dei Cristalli?

Che Paese è quello in cui nel 2011 crolla una palazzina dove lavorano in nero, senza diritti e tutele,per 4 euro l'ora, cinque donne di cui una quattordicenne?

Che Paese è quello in cui nel giorno dei funerali di queste ragazze, morte schiacciate dal crollo di una palazzina e di un sistema sociale mediocre, un politico di bassissimo profilo ironizza su un ipotetico partito della "gnocca"?

Che razza di Paese è quello in cui la casta politica ricca e strapagata (non 4 euro l'ora!) si indigna per i tagli dei propri stipendi?

Che Paese è quello in cui esistono pensioni da 480 euro?

Che Paese è quello in cui esistono ricatti (nel vero senso della parola) da parte di "grandi numeriuno" (amministratori delegati) che non hanno professionalità e capacità e che, nonostante tutto, prendono 116 volte lo stipendio dei propri dipendenti?

Che Paese è quello che vanta una tratta di esseri umani migranti nel mar Mediterraneo, li sfrutta sul lavoro, costruisce campagne elettorali sulla loro pelle e stringe patti scellerati con dittatori mascherati da leader carismatici?


Tutto questo mette i brividi.


sabato 3 dicembre 2011

Una tradizione italiana

Vorrei dire un grazie sentito a tutti coloro che personalmente ritengo gli "indiretti" responsabili (o diretti irresponsabili!) della catastrofe culturale, politica ed economica che ci accingiamo a vivere a partire già da domani.
Grazie a tutti quei "geni" che in buona fede si sono affidati ad una classe dirigente mediocre, che ha calpestato ogni dignità, vantando un'ipocrisia sfacciata, infarcita di contenuti banali e superficiali.
Grazie a tutti coloro che invece li hanno votati per subdola convenienza: i primi in classifica quando si parla di inettitudine conclamata.
Grazie a tutti quelli che, in perfetto stile italiota, li hanno votati e ora pure un po' incazzati si lamentano e dicono "Bleah! E' uno schifo!".
Grazie a tutti quelli che hanno creduto che Striscialanotizia fosse un innocuo tg-satirico libero e indipendente (ma quando??? è forse la più potente macchina di questo melmoso regime mediatico).
Grazie a tutti coloro che hanno preferito lavarsene le mani dicendo "tanto non tocca mica a me!".
Grazie a tutti quelli che hanno insultato le donne "meno avvenenti", improvvisandosi giudici di un mondo di plastica.
Grazie a tutti coloro che hanno urtato la mia sensibilità dicendo parole irripetibili verso gli immigrati, che hanno patito forse le pene dell'inferno per arrivare, talvolta, in un paese che non li merita. E lo ripeto: che non li merita.
Grazie a quelli che hanno agevolato la macchina del fango.
Grazie a quelli che ancora credono che esista un parlamento padano, e soprattutto che esista la Padania.
Grazie a quelli che hanno stretto VERGOGNOSI patti d'amicizia con raìs che nelle loro carceri permettevano torture ed abusi (ma tanto qui c'era il Grande Fratello, e la gente mica poteva occuparsi di quanto accadeva nei C.I.E. o nelle carceri libiche...piuttosto doveva sbrigarsi con il televoto!).
Grazie a quei fessi che dicono "abbiamo un debito della madonna!", e non sanno nemmeno cosa sia un debito e che cosa sia l'evasione fiscale, e credono ancora che i poveri commercianti se non ti fanno lo scontrino è perchè se lo dimenticano (si come no!).
Grazie ai discorsi da bar: efficaci e orrendi. Ma quelli ci sono sempre stati.
Grazie a quelli che ora che non trovano il lavoro (ma hanno votato la classe dirigente plasticata di cui sopra!) e si lamentano perchè "sono tutti raccomandati". Che poi a ben vedere, sono gli stessi che hanno gli occhi gialli d'invidia perchè non hanno trovato una raccomandazione.
Grazie ai cittadini goliardici che dimenticavano la crisi dicendo "Ci sono i ristoranti pieni!".
Grazie ai cittadini goliardici che con uno stile che li contraddistingue dicevano "Meglio lui che si scopa la gnocca, che essere gay!"(impeccabile stile anglosassone direi, un pericoloso incrocio tra un illuminista settecentesco e un Lord inglese).
Grazie a quelli che si lagnano oggi dicendo: "il governo Monti non ci piace".


Beh, non piace nemmeno a me. Però almeno io con la coscienza sono terribilmente a posto.

"Gli italiani sono fatti così: vogliono che qualcuno pensi per loro. E poi se va bene va bene, se va male poi lo impiccano a testa sotto. Questo è l'italiano" 
Mario Monicelli.


martedì 1 novembre 2011

Convivere con la finzione

E' molto che non scrivo: per tante cose ho scelto di stare zitta in questo periodo.
Per una volta, ho deciso di non scrivere niente sulla fine grottesca del Raìs e sul compiacimento collettivo dei tanti dittatorelli travestiti da statisti pacifici e pacifisti. Preferirei non parlare dell'ipocrisia e degli occhi chiusi  del mondo, che ancora una volta dimostra di possedere, nei confronti del sangue versato in altre zone del mondo.
Non scrivo nulla sugli "indignati", perché la sono anche io.
Non parlerò delle risate europee e internazionali, né della letterina a babbonatale di intenti.

Ma su Ingroia zitta non posso stare. Non soltanto perchè lo stimo come persona e come figura professionale, ma perchè dobbiamo smetterla di pensare di vivere in un paese civile e normale. 
Viviamo in un Paese talmente inquinato e malato (profondamente malato!), che le parole semplicemente giuste di una persona colta e intelligentemente sensibile, procurano questo:


Ingroia è stato invitato pochi giorni fa a parlare di lotta alla mafia al congresso del Pdci. Dove sta il problema? C'è qualcuno che pensa veramente che la lotta alla mafia abbia un colore politico? stiamo scherzando davvero? Dov'è l'anomalia? L'errore? Se un giornalista, o un qualsiasi professionista, è invitato ad un qualsiasi congresso per intervenire su tematiche di vario genere, non può andare se non è "della sua parte"? Ma che storie sono?

La frase, che secondo i "malati" di questo Paese malconcio dovrebbe risultare infamante (si vergognassero loro ogni tanto!), è la seguente: “Quando si parla di Costituzione, lo confesso, sono davvero un partigiano, nel senso che sto dalla parte della Costituzione, difendo i suoi valori contro chi vorrebbe alterarla”.


E ora parliamone: dov'è l'errore? 

Sallusti ha scritto che "Ingroia andrebbe allontanato subito dalla magistratura", "tutto il suo lavoro passato

andrebbe rivisto alla luce di questa ammissione". Ma al "giornale" chi glieli scrive i testi??

Io credo che in un Paese normale, un magistrato che afferma di essere un partigiano della Costituzione sia un 

ESEMPIO, vigile, attento, sensibile, tremendamente professionale.


Appunto. In un Paese Normale.

Noi invece, in Italia, preferiamo raccontarci che Ruby sia la nipote di Mubarak e che il Parlamento abbia 

creduto a questa stronzata.
Non viviamo in un Paese normale, per molte altre cose.
Ma questa è un'altra storia.









venerdì 21 ottobre 2011

Friends will be friends!

E così ieri moriva Gheddafi. 
Pare fosse nascosto a Sirte, dov'era nato nel 1942, in una buca, e sembra che abbia gridato "Non sparate! Non sparate!".
E fu così che l'ipocrita e buonista occidente festeggiava rumorosamente la morte  di un ex-amico (a sentirli!), del Raìs più "coccolato" e galvanizzato dei nostri tempi, al quale veniva riservato un trattamento da rockstar, tappeti rossi, lenzuola di seta, tende color porpora, cuscini e servizi extralusso, donne (sì sì avete capito bene, nell'elenco divertimenti ci stanno anche degli esseri umani!), spettacoli pirotecnici, sfilate di ogni genere e patti davvero troppo imbarazzanti per essere rielencati.
Aggiungiamo alla lista: cattura dell'amico-non-più-amico a cui prima si baciava la mano e si stringevano patti scellerati contro i diritti umani, e bombardamento-freakkettone europeo su civili inermi. 
Mi piacerebbe proporre l'elenco delle dichiarazioni dei vari rappresentanti delle democrazie occidentali, con gli elogi al Raìs, a Mubarak e a Ben Ali. Eviterò di riproporlo per due ragioni: il primo è che tanta ipocrisia mi disgusta, e il secondo che le menzogne e le bugie hanno le gambe corte. Di questo non c'è bisogno di prova scientifica: B. lo dimostra per EVIDENTI ragioni estetiche  e non solo.





"Le amicizie vere sono quelle che si fondano sul sentimento; l'amico non giudica, comprende."
A.Fegatelli





venerdì 7 ottobre 2011

Premi nobel

Mentre a Berlusconia il Premier dice di voler fondare un nuovo partito, affermando "Lo chiamerei Forza Gnocca"fortunatamente nel mondo succede altro.
E così mentre noi siamo bersagliati da  un "forza gnocca" qualsiasi, e un verde e amorevole "fatti scopare che è meglio!" leghista (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/06/la-lega-zittisce-la-deputata-pd-codurelli-fatti-scopare-che-e-meglio/162546/), ricordo alla maschia e goliardica Italia, che fuori di qui succedono cose veramente interessanti.
Come per esempio il premio Nobel per la pace, che contrariamente a quanto vorrebbe una certa misoginia tutta italica, è andato a tre DONNE. Si, si: tre donne, non tre uomini di circa 76 anni, con avanzata demenza senile che gradiscono infilare crocifissi tra le gambe di giovani e intraprendenti signorine.


I nomi sono tre: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman.


Ellen Johnson Sirleaf, attuale presidente della Liberia, Leymah Gbowee,  avvocato impegnata nelle battaglie civili in Liberia, e Tawakkul Karman, giornalista e attivista yemenita: ecco i nomi delle tre donne alle quali la giuria di Oslo ha attribuito il premioNobel per la Pace 2011. La motivazione è il loro impegno per lo sviluppo della democrazia, “la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace”.




E a proposito di chi vede lungo nella storia...

"Il sesso femminile, se lo si lascia fare, è crudele, ambizioso e avido di potere."
Publio Cornelio Tacito


Sì certo. Come no.

venerdì 16 settembre 2011

(H)elle

Mentre in Italia emergono nuovi e inquietanti dettagli sui ritrovi conviviali a casa di Mr. B., oggi apprendiamo dai giornali due notizie davvero interessanti.
La prima è che vocidicorridoio ammettono che alti rappresentanti di istituzioni estere non desiderano incontri facetoface con Mr. B.
La seconda è che dopo 10 anni di destra in Danimarca oggi viene eletta a primo ministro, per la coalizione di centro-sinistra, la signora Helle Thorning-Schmidt. In Danimarca dal 1915 le donne hanno diritto di voto e dopo "soli" 96 anni il capo del governo è proprio una donna.
Chissà se Mr. B. guardandola in foto, s'è fatto un'idea politica di questa signora o se ha valutato direttamente "chiavabili" o meno le sue natiche.

Il vero problema, che fingiamo di non vedere, è l'irriducibile idea maschia di come sono le donne.
Cambiano i tempi, le epoche, le società ma sotto sotto una certa idea di donna è perfettamente conservata.
Emerge dagli intrallazzi politici (ti travesti da suora, ti attacchi ad un palo in casa di un "anziano", dai un bacio con tanto di lingua alla tua amichetta per soddisfare alcune indecenti manie senili e forse ottieni qualcosa di "importante"), da come certi pensano al femminile e alle donne in generale.
La citazione che ho trovato risale all'epoca moderna, ed è attribuita a Thomas Cromwell  (tra il 1400 e il 1500) in riferimento a Caterina d'Aragona, prima moglie di Enrico VIII.
Qualcuno sarebbe così gentile da illustrarmi le evoluzioni storiche del pensiero maschile nei confronti dell'universo femminile? Io continuo a non trovarne, anzi.







"Se non fosse stato per il suo sesso, avrebbe potuto tener testa a tutti gli eroi della Storia"
Thomas Cromwell, riferendosi a Caterina d'Aragona

domenica 11 settembre 2011

Fatti, persone e luoghi puramente casuali.

Leslie ha 45 anni. Tutte le mattine si alza alle 6, vive in un bilocale che divide con i tre figli, tutti adolescenti.
Un marito non ce l'ha: molti problemi e una fuga nella notte.
Accudisce la sua famiglia con una cura capillare; ogni mattina pulisce la casa, prepara una colazione degna della cucina di un ristorante e mette agli angoli di ogni stanza dei sacchettini pieni di lavanda per profumare e colorare la giornata dei suoi figli.
E' una donna dagli occhi profondissimi e stanchi; probabilmente era bellissima. Suo marito diceva di essersi innamorato di lei per l'armonia dei suoi fianchi e per il volto bellissimo, ebano.
Ora è affaticata dalla vita e dalle esperienze. Tiene i capelli lunghi raccolti, ma spesso mette una spilla che le ha regalato la figlia. Le illumina il viso, la fa sembrare meno sfinita.
Esce tutte le mattine prima del lavoro per comprare un mazzo di fiori da mettere al centro della tavola.
Da pochi giorni è riuscita ad avere un lavoro: è a dieci minuti da casa sua ed è un lavoro che conosce bene e sa fare molto bene.
E' assunta in un'impresa di pulizie.
La mattina si infila la divisa azzurra dai bottoni verdi, indossa delle scarpe basse ed esce di casa.
Chiude la porta e se ne va.
Lavora al 50° piano, pulisce lo studio di un avvocato.
Mentre le sue dita passano tra le carpette e le penne dello studio, Leslie pensa alla spesa per la sera e a un profumo che vorrebbe comprare.
Tutti i giorni smonta, scompone e pulisce un'antica lampada da comodino che una vecchia zia inglese dell'avvocato gli aveva regalato all'apertura dello studio legale.
Le sue mani stanno scorrendo sulla lastra di vetro che contiene i fascicoli e i documenti, alza lo sguardo e osserva la finestra.
Un colpo, un'esplosione. La fine.


11 settembre 2001, New York, Manhattan, WTC, torre sud.


Mahmoud è un medico di 35 anni che vive nella bellissima città di Dahuk nell'Iraq settentrionale, situata nel Kurdistan Iracheno.
Da piccolo voleva diventare un pittore famoso, ma a dipingere non era un granché; decide di diventare medico dopo aver visto molte atrocità causate dai conflitti e dalle guerre "buone" volute dai potenti del mondo.
E' un medico scrupoloso e stimato.
Ha una bellissima moglie e due gemelline piccole, Layla e Rania, che hanno 4 anni.
Fa il pediatra e visita gratuitamente i rifugiati poliltici e i detenuti nelle carceri. Ha insegnato alle sue bambine a non piangere e a non fare troppi capricci.
Lavora in ospedale e osserva tutti i giorni che cos'è la guerra che "esporta democrazia", sa che cosa significa vedere bambini e anziani feriti dalle bombe, che non sono riusciti a scappare al sicuro durante un bombardamento.
Una mattina prende una decisione: passare una giornata con le figlie.
Sale in macchina, sistema le piccole e si mette alla guida.
Un colpo, un'esplosione. La fine.


Giugno 2009, Dahuk, Iraq settentrionale, bombardamento.


I nomi e le storie sono immaginari. Solo questo per ricordare che non ci sono morti di serie a e morti di serie b, che non ci sono guerre giuste e guerre sbagliate, che non esistono zone "bombardabili" e zone limite e intoccabili, che non esistono ricorrenze ricordate e ricorrenze dimenticate.

"Non la forza, ma la bellezza, quella vera, salverà il mondo."Fëdor Dostoevskij



venerdì 2 settembre 2011

Vieni via con me

“Vado per i cazzi miei. Vado via da questo paese di merda”




"Via, via, vieni via di qui, niente più ti lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri...




...It's wonderful, it's wonderful, it's wonderful, good luck my baby..."

mercoledì 31 agosto 2011

"io sono di sinistra ma..."

Oggi a pranzo, mio fratello mi ha raccontato un episodio che ha vissuto ieri pomeriggio, mentre faceva metano alla macchina.
Un signore sui 75 anni, ha iniziato il suo discorso dicendo "Ah beh io sono sempre stato di sinistra ma...".


Prologo terrificante, che non lascia spazio a nulla di buono.


E infatti il peggio è arrivato subito dopo.
Sullo sfondo, la strada. Sfilano sul marciapiede due signori (probabilmente maghrebini) che vestono con abiti di tradizione musulmana.
Il tizio continua il suo discorso così: "...ma adesso...loro fanno il Ramadan e noi paghiamo...eh?! Chi paga?!!! Li paghiamo NOI!Li sfamiamo noi, e noi non abbiamo lavoro!".

Qualcuno lo svegli. Gli immigrati sono spesso la struttura portante del nostro Paese.
Qualcuno gli dica che noi non paghiamo il Ramadan proprio a nessuno, al massimo paghiamo le tasse che "altri" (i santievasori che piacciono tanto alla nostra classe dirigente) decidono di non pagare. Forse scelgono le banche in Svizzera o nei Paradisifiscali per il paesaggio. Si decisamente.


"Escogitano provvedimenti demenziali al solo fine di evitare le tasse sui ricchi." Gad Lerner

lunedì 29 agosto 2011

domenica 28 agosto 2011

Memoria corta

Il 30 agosto 2010 il raìs arrivava a Roma e faceva un atterraggio da rock-star, porgendo la mano (per lasciarsela baciare) e camminando su ossequiosi tappeti rossi. Sparse per Roma c'erano bellissime tende dalle stoffe raffinate, cuscini comodi, trattamenti superlusso e attrazioni per far divertire l'amico raìs dopo il lungo viaggio.
Cavalli e donne, che per molti sono più o meno la stessa cosa. Una forma di ornamento.

E' passato un anno, il 2011 ha portato novità e ha evidenziato storiche ipocrisie.
Il raìs ora è divenuto il nemico da abbattere con la tristezza nel cuore (vedi alla voce PremierB.&friends).
Ieri sera il tg1 annunciava le indicibili sofferenze inflitte dai lealisti di Gheddafi a chi si oppone; il servizio raccontava delle inenarrabili torture ai nemici del regime, stupri, violenze di ogni genere.

Tutte cose che fino a un anno fa probabilmente non esistevano. Il raìs deve essere diventato cattivissimo in un anno. Sicuramente sarà andata così.
Un pò come gli amici della Lega che si riscoprono un po' freak e pacifisti. Prima il raìs era il  loro controllore personale di petrolio e flussi migratori (sgraditi agli amici padani, che non bevono neanche il caffè macchiato perchè appunto è "macchiato"), oggi è un feroce e sanguinante assassino.

Nel bunker di Gheddafi c'era aria condizionata in ogni stanza, una sirena d'oro al centro del salone, affreschi che ritraevano le automobili comprate dai figli e molti oggetti che ricordano vagamente l'arredamento di Cetto Laqualunque.



«Chi non capisce è prigioniero del passato»

Lo diceva l'anno scorso B., accogliendo l'amico raìs.







In pochi stanno raccontando la verità, ma qualcuno, anche solo indirettamente, la sta narrando.


lunedì 15 agosto 2011

Il pranzo di Ferragosto

Oggi è il 15, giorno puntuale, che si presenta sul calendario come il Natale o Capodanno. E' uno di quei giorni in cui si ha l'obbligo della grigliata, del mare, del casino, del caldo, del sole. Tutto deve essere obbligatoriamente gioioso e tremendamente "felice".
In questo 2011 le cose non sono proprio tranquille, ma sono certa che gli italiani per 24 ore si accontenteranno di un po' di sole e due salsicce alla griglia, dimenticando tutto ciò che accade intorno. Un effetto placebo.
Dimenticheranno i disagi sociali, che nella nostra contemporaneità sono tornati ad essere i protagonisti indiscussi della storia del mondo; dimenticheranno i paesi in rivolta, che chiedono dignità e democrazia e ne hanno avuto abbastanza delle bugie dell'occidentebuono (ormai a questo, fortunatamente, non ci crede più nessuno); dimenticheranno una politica che li abbandona dove chiedono più aiuto; dimenticheranno l'ipocrisia della politica che è garantista con chi ha molti soldi e avranno "tolleranzadoppiozero" con i disperati che cercano una vita diversa e che certamente non hanno tutti i soldi dei garantiti; dimenticheranno dei disperati sui gommoni che scappano dalle guerre e dalla fame per avere una vita diversa e non è detto migliore; dimenticheranno che l'anno scorso Roma si bardava a festa per accogliere le ultime paranoie del 'marajà' che improvvisamente è diventato il pericolo e il nemico numero 1.
Lo dimenticheranno perchè è Ferragosto. E la Nazionale, la Ferrari, il Calcio, la Tv e Ferragosto per gli italiani, si sa, sono questioni serie.



giovedì 11 agosto 2011

Il discorso del re


 (Giulio Tremonti e la libertà di licenziare)

"La linea dura paga, siamo pronti a usare anche i cannoni ad acqua sui 'rioters'." D.Cameron

E mentre il "perfettissimo e super-civile" Occidente, modello dei modelli che si impone su tutti, si scontra con un'evidenza difficile senza porsi troppe domande, i social-network oggi sono impraticabili.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/11/londra-dopo-le-violenze-il-governo-non-esclude-di-sospendere-i-social-network/151081/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/11/cameron-come-liran-pronto-il-bavaglio-per-il-web/151098/

Per fortuna che a ricordarci la fragilità della contemporaneità c'è Victor Serge.
"Nonostante tutto la verità esiste."


martedì 9 agosto 2011

London calling

A Tottenham si parlano più di 300 lingue.
Tottenham ha il più alto tasso di disoccupazione di tutta Londra, l'ottavo posto in tutto il Regno Unito.
I gruppi etnici che compongono il volto di quest'area di Londra, sono molti, ognuno con caratteri ed esperienze socio-culturali lontani e diversi. Dietro le finestre vivono colombiani, congolesi, albanesi, curdi, turchi ciprioti, turchi, somali, irlandesi e portoghesi.
La zona meridionale di Tottenham è conosciuta per essere una delle più grandi aree multietniche di tutta Europa.
Ora brucia.
E' un'area poverissima, volutamente abbandonata  dalla "politica che conta" alla rabbia e alla frustrazione di chi ci vive.
Qualche giorno fa un ragazzo di nome Mark Duggan è stato ucciso dalla polizia.


 Mark Duggan era padre di quattro figli e viveva nel quartiere. Una vicina che lo conosceva ha detto ai giornali britannici che la sua fedina penale poteva essere non immacolata ma che era un non violento che non avrebbe fatto male a una mosca.(http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/07/news/guerriglia_londra-20131564/?ref=HRER3-1).

Dopo la sua morte, avvenuta in circostanze non completamente trasparenti, in una zona del quartiere si era raccolto un gruppo di solidarietà per ricordare il giovane Duggan.

Ed ecco la polizia. Gli spari. Il fuoco. Le vetrine frantumate. Le fiamme.

Cosa lega queste fiamme a Mohamed Bouazizi? Molti non troveranno un legame.
Bouazizi faceva il venditore ambulante a Sidi Bouzid in Tunisia, era laureato con il massimo dei voti, si intendeva di economia e aveva 27 anni. Siccome le logiche del mondo non prevedono uno spazio etico ed equo per tutti, Bouazizi faceva il venditore ambulante abusivo per poter vivere, con il certificato di laurea appeso nel suo appartamento.
Bouazizi, dopo aver subito sistematici soprusi da parte delle forze dell'ordine del regime tunisino, decide di porre fine a quella vita e a certe logiche sociali che costituiscono la sua quotidianità.
Si è dato fuoco di fronte al palazzo del governatore locale.
Morirà dopo pochi giorni in ospedale, in seguito alle ustioni riportate.
Bouazizi scatena le menti e accende la Primavera araba.

Certo, le realtà sono diverse. Ma il filo rosso che accomuna Iran, Tunisia, Egitto, Siria, Spagna, Grecia e ora Londra è piuttosto evidente.
E' il disagio sociale, le lacrime e l'indifferenza.
Anni e anni in cui la politica e la classe dirigente hanno finto di non vedere e non sentire, tenendo a bada la rabbia con strumenti subdoli che ora, a causa della crisi, vengono meno.
La totale incapacità di governare con etica e secondo coscienza, non curandosi del disagio di coloro che ne pagavano le spese , lasciando covare rabbia e frustrazione, per affrontare i problemi e la realtà in assoulta incapacità e mediocrità.
Il discorso oggi del premier inglese, che ha liquidato questi atti come "gesti di semplice criminalità", lascia intendere il problema piuttosto evidente che colpisce la politica e le classi dirigenti: la totale incapacità di leggere il mondo, di porsi le domande, di chiedersi il perchè.
Non si combatte mai realmente la povertà, il disagio e le diseguaglianze, perchè a molti fanno comodo (promesse elettorali, interessi, paure da cavalcare ogni volta che si presenta l'occasione).
Quanti hanno sognato e visitato da turisti questi posti, ignorando il dolore, le difficoltà cui sono costrette le fasce più deboli della società.
La "crisi" mette tutto a nudo: società, regimi, "democrazie", potere, uomini e donne.

Lec scriveva "Aveva la coscienza pulita. Mai usata."
Ecco appunto.
Ogni riferimento a persone o luoghi, NON è PURAMENTE CASUALE.


giovedì 21 luglio 2011

Su la testa! G8, dieci anni dopo

Sono passati 10 anni.
Quando si è svolto il G8 a Genova, io ero praticamente una bambina. Avevo 12 anni.
Ricordo il caldo e i telegiornali, le parole della gente che commentava quanto accaduto nel capoluogo ligure.
Ricordo una parola che pesava sulle altre come un macigno: Black-Bloc.

Negli anni che sono passati in mezzo, una certa parte d'Italia ha voluto dare una sua spiegazione, che io ho potuto guardare con occhi diversi da quel lontano e assolato 2001.

Ne ho sentite tantissime (da presunti sociologi improvvisati): su Carlo Giuliani, sui "Ventenni fancazzisti viziati", su "quelli che spaccano le vetrine ai poveri cristi".
Forse la foga di volersi schierare a tutti costi ha fatto perdere di vista l'oscurità e il buio di quelle terribili giornate, che ora stanno tornando a galla, come dopo un naufragio.

La polemica e il terrificante parallelo tra il ventenne con l'estintore e il ventenne con la divisa e la pistola, non mi ha mai convinto.

Ho cercato notizie, risoluzioni, risposte e ho trovato pochissimo, spesso niente.

Invece questo "niente" ha molto da raccontare.
Dopo 10 anni, si riescono (più o meno) ad ascoltare le voci della Diaz, che raccontano un potere malato, deviato, che ha percosso giovani della mia età, li ha umiliati, insultati, picchiati e costretti in situazioni degradanti.
Una ragazza, ospite di una puntata su Genova di Blunotte, ha raccontato la sua esperienza, il lato raccapricciante delle vicende che si sono incrociate tra quelle mura. Nessuno ha pagato il conto di quelle torture psicologiche e fisiche.
 Nessuno ha chiesto scusa.
 Nessuno si è impegnato a cercare di capire che cosa stava succedendo là. Tutti si sono limitati a fare chiacchiere da bar, sul fatto che era morto un "ragazzino viziato che aveva lanciato un estintore a una indifesa camionetta di forze dell'ordine".
Questo è il lato della vergogna della nostra società: non farsi mai domande, accettare passivamente quanto accade e commentarlo come la partita della domenica, al bar, al supermercato, come se la vita di un ragazzo di 20 anni valesse una frase qualunque detta da una persona qualunque (o qualunquista) e liquidata tra un etto di prosciutto o un caffè.

Mi vergogno che siano accadute queste cose nel mio Paese, soltanto 10 anni fa e che ancora ci siano quelli che dicono "eh ma se la son cercata!".

"E' sempre stato difficile avere 20 anni, e non sarà mai semplice essere italiani". Lo scriveva Enzo Biagi.
A Carlo Giuliani. A tutti i "Carlo Giuliani" che anche se ancora vivi, magari non sono mai usciti veramente da Bolzaneto, nell'afa di quel luglio 2001.

martedì 19 luglio 2011

lunedì 18 luglio 2011

"Ritornerà l'ottimismoooo a Lampedu.s.a."

Gli antichi borghi di Compiano (un incantevole borgo ai confini tra Emilia e Liguria), illuminati dalla luna, odorano di antico lavoro e di vita.
La serata di "Negri, froci e giudei", inizia con la diffusione tra le bellissime mura di questo paese, di una malinconica fisarmonica che ci ricorda chi siamo e qual è stata la nostra identità nel '900.
Tra i tavoli eleganti, con le candele accese, il pubblico segue molto attentamente ciò che Gian Antonio Stella sta raccontando del suo libro, che ha per tema l'eterna lotta verso il diverso, o meglio, verso l'altro.
Le mani dei presenti, che scivolano talvolta sulle bocche con senso di sgomento, talvolta sugli occhi, servono quasi come un velo per non vedere la crudeltà che testimoniano certi racconti.
Stella racconta l'eterna lotta contro il debole, i ruoli di lupi e agnelli che si scambiano continuamente nella ciclicità della storia dei popoli; storie di oppressione, di pregiudizio, di sopraffazione, di dolore e di fatica consumata dall'antico odio verso "l'italiano creatura sporca, che gode a vivere nella miseria, la peggior feccia mai sbarcata in America" (NYTimes 1906), verso "il tedesco che non ha l'intestino", verso "l'arabo malvagio e puzzolente", verso "l'ebreo", "il negro", il "frocio", il "bastardo", "l'anarchico", il "comunista", "l'armeno", "il bambino schiavo", "la venere ottentotta", "la prostituta sporca".
E' un universo di mondi quello che racconta Stella, con lucido realismo che costringe chi ascolta a pensare che certe realtà non sono poi così lontane dalle nostre: "fare la pulizia etnica dei zingari, dei bambini zingari che vanno a rubare ai nostri anziani", parole di un esponente di spicco del secondo partito del governo della Repubblica, pronunciate ad una manifestazione pubblica, con accanto un futuro ministro.
Stella ricorda la durezza della vita dei migranti, "trenta giorni di nave a vapore", per raggiungere "la sorella America", la terra dei sogni, della libertà, la stessa che assassinò le vite dei due anarchici italiani, colpevoli forse di non essere come loro, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.
E poi il genocidio degli Armeni, che pochi ricordano e forse la moltitudine non conosce neanche, avvenuto agli albori del 1900. Il racconto, poco prima di entrare in una camera a gas, dell'Olocausto, visto dagli occhi impauriti e svuotati dall'angoscia, di un bambino morto in un campo di concentramento.
La stupidità di giovani contemporanei che postano su Youtube versioni rivisitate di canzoni pop, di chiarissima matrice nazi-fascista, fino ad arrivare al razzismo feroce che non risparmia nemmeno il Presidente Obama e la moglie Michelle, che proprio su Internet subiscono la caricatura vergognosa di una scimmia che prende il posto dei loro volti. 
"Occorre ricordare, perchè altrimenti ci si ricasca". Le parole del giornalista accompagnano l'ultimo racconto dello spettacolo: la storia è della Venere ottentotta, comprata agli inizi del Novecento da un ricco inglese per una particolarità del suo corpo. Una bellissima ragazza proveniente dal sud-africa, trasformata barbaramente  e cinicamente in un bieco fenomeno da baraccone. Una volta  disfattosi di lei, il padrone la lascerà vagare per Parigi, sola, analfabeta, povera. Costretta a vendersi per sopravvivere, morirà di malattia qualche periodo dopo. Un medico francese sezionerà il suo corpo, dimostrando e mostrando la diversità della "razza" a partire dal suo cervello.
 Mandela, una volta presidente del suo Paese, pretenderà di riaverla in Sud-Africa, onorandola con un monumento che ha il solo compito di ricordare cosa significa rispettare l'altro e amare l'umanità in quanto tale.
La scrittrice iraniana Marjane Satrapi scrive "Si può perdonare, ma non si deve dimenticare". 
Tutto vero.

Ps.i giorni che il mondo sta vivendo, per quanto riguarda etica ed economia sono davvero molto critici. Ora, come sempre, mi piacerebbe domandare ai quanti hanno votato questi incapaci (non è ideologia politica, è oggettività!), se sono davvero convinti che la loro pensione calpestata, o il loro "salario" che non arriva talvolta agli 800 euro, sia tutta colpa "dei bambini zingari" di cui parla quel gentiluomo del sindaco leghista.
Mi piacerebbe anche domandare a tutti, se siamo convinti di vivere in un paese "moderno", davvero democratico e civile, visto che un cittadino comune (e anche i giornalisti) ha il DIVIETO ASSOLUTO di visitare i C.i.e. Come mai? Non abbiamo forse il diritto/dovere di vedere le penose condizioni di salute cui sono costretti i clandestini? Che c'è? Forse il signor "ministro" teme che le persone  possano finalmente aprire gli occhi e accorgersi che quella dei clandestini è solo l'ennesima balla elettorale che serve per aiutare il verdepartito? Cavalcare la paura?
Si esige serietà Signori, Civiltà. Serietà. Condizione lontana dal nostro triste Regno Birbonico (luttazzi rules!).


venerdì 15 luglio 2011

RiTagli

Stasera, guardando la tv, ho sentito una signora anziana intervistata per un programma di approfondimento politico.
Questa signora era alla manifestazione che stamattina hanno organizzato i pensionati, insieme alla CGIL a Roma.
Immagino un caldo afoso, sotto al sole; persone che hanno lavorato tutta una vita, che hanno messo da parte tutti i loro risparmi per essere felici almeno nella pensione.
E invece no.

Dicevo, la signora intervistata ha 86 anni e si è seduta su una sedia di plastica bianca, quelle che si trovano davanti ai bar. Si è fermata solo un secondo, per riposare. Ha dichiarato la sua età, con gli occhi di una che ha visto tanto di questo Paese, dicendo che non ha intenzione di mollare. La sua pensione è di 690 euro.


Ovviamente il tema è la manovra economica. Tutti si sono fatti un'idea, per forza.
Piove sul bagnato. Tutti sanno dove lavoreranno i tagli, tutti sanno che la casta non verrà toccata.


Trovo inquietante il paragone con il Titanic, che tanti politici -quasi con un velo di romanticismo da aperitivo- tirano sempre in ballo.


Forse i ministri dimenticano come andò a finire con il Titanic. Non fa niente. Dimenticano un sacco di cose.


I ricchi sul Titanic furono gli unici a salvarsi, stando comodamente su scialuppe di salvataggio e imbottiti di salvagenti, mentre osservavano decine di disperati morire nelle acque gelide dell'Oceano primaverile.
Qualcuno li svegli, questo non è un film e non ha i titoli di coda.







mercoledì 13 luglio 2011

Le beatitudini

Sono giorni davvero molto cupi questi. E' ormai da qualche tempo che si trascina questa orrenda situazione italica: prima lo scandalo della P4, poi le "menate" delle casepagatedaaltri (che in Italia vanno tantissimo a quanto pare). Siccome è ministro dell'economia magari ha voluto sperimentare un nuovo tipo di risparmio: non pagare l'affitto. Yes Man!
Sarebbe il caso di chiederlo a chi una casa sua non ce l'ha perchè non se la può permettere. Sarebbe bello domandare ad alcuni operai (di 54 anni magari) che hanno perso il lavoro, perchè magari l'AD ha deciso di spendere meno e guadagnare di più (in paesi più poveri e disperati del nostro) chiudendo gloriose tradizioni locali per sperimentare la "globalizzazione".
Sarebbe bello chiedere ai precari, che una casa pagatadaaltri non ce l'hanno, se per il loro matrimonio hanno chiamato i più grandi chef contemporanei barricando un paesino ad una immensa zona rossa dove nemmeno gli abitanti hanno potuto accedere alle loro case.
Sarebbe bellissimo porre alcune questioni agli "autorevoli" giornalisti di stampa e tv (di regime s'intende!), che si sono ostinati per mesi e mesi a dichiarare che noi vivevamo nella tranquillità economica più assoluta, mentre atenei (come il mio!), sanità, enti muoiono.
E poi farei volentieri molte domande all'ex-ministro che aveva casa (pagatadaaltri) con vista Colosseo: ieri pare che ad un programma su Radio24, abbia voluto difendere il suo collega "economo", dicendo che sono sbagli che si possono commettere.

Lo dicessero ai cassintegrati. O ai precari.
L'Italia peggiore.

C'è una bellissima canzone di Rino Gaetano che ad un certo punto dice "Beati i bulli di quartiere, perchè non sanno quello che fanno, ed i parlamentari ladri, che sicuramente lo sanno". Non è qualunquismo. E' ironica lungimiranza.

martedì 28 giugno 2011

Il cliente ha sempre ragione

Amareggiata ma non stupita.
Disgustata ma disillusa. Se digitate la parola "donne" sulle immagini di google appare questo, in ordine: festa delle donne, donne senza vestiti, donne senza niente addosso. Le immagini che scorrono sotto queste squallidissime voci sono tante : politiche, foto storiche, bei visi, brutti visi e mister B. che si becca due baci sulle guance da due donne.
Se si digita la parola "femmina"compaiono invece : femmina donna, femmina umana, femmina bona, femmina simbolo, femmina calda; se "femmina" lo si digita al plurale invece il problema si risolve ancora più semplicemente: femmmine belle, femmine senza reggiseno. Poi se si scrive "ragazza" si affaccia questo panorama: ragazza bella, ragazza carinaragazza al mare, ragazza brutta, ragazza emo.
E poi se si ricerca "donne al lavoro": donne e lavoro, donne in carriera, donne senza reggiseno e mutande, donne in ufficio, donne imprenditrici.
La carrellata prosegue per quasi tutti i nomi di donne, giornaliste, attrici al cui nome sono associate le seguenti voci correlate: hot, gambe, sexy, "ops".

Continuare non è necessario. Questa non vuole essere una mia riflessione post-femminista, ma una riflessione e basta. Ieri sera seguivo un programma in tv dove si parlava del caso dell'ex "pezzogrosso" del Fondo Monetario e della cameriera; nel dibattito s'è mosso di tutto. Ad una domanda che poneva una bravissima giornalista di Vanity Fair, un esponente del partito della Lega (quelli che del "celodurismo" ne fanno un vanto arrogante e onestamente anche un pò ridicolo), rispondeva orgogliosamente che il simbolo "fallico" e virile è un modo per comunicare agli elettori, per "sentirli vicini". Insomma un modo elegante per interagire con la base degli elettori. Insomma è un pò come dire : "chi ce l'ha sempre duro vota lega!", qualcosa di difficilmente verificabile a mio avviso; e alla domanda della giornalista che chiedeva se il tizio era contento da farsi rappresentare da un fallo, lui ha risposto candidamente "eh che male c'è!", scuotendo la testa come se parlasse ad una cretina. Il classico furbo da bar, provinciale (con tutto il rispetto per i bar e le province), arrogante, gradasso che notoriamente non conosce il limite.

L'altro giorno leggo sul sito di un giornale che un altro esponente della Lega, rispondendo ad una collega del partito democratico le dice una frase così :" Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te"

Ieri sera, poi il parterre (dal quale escludo il giornalista conduttore e pochi altri ospiti), composto da illuministi old-style ha chiosato con "un'elegante" misoginia ultimamaniera: "eh chissà se la cameriera là in America ha detto la verità!"..."eh si eh!Non vorrei che lei avesse fatto la furba...".
Eh si eh...Sai come son fatte le donne, bisogna vedere...che non l'abbia fregato eh!


Il cliente ha sempre ragione.



Il cliente ha sempre ragione

Amareggiata ma non stupita.
Disgustata ma disillusa. Se digitate la parola "donne" sulle immagini di google appare questo, in ordine: festa delle donne, donne senza vestiti, donne senza niente addosso. Le immagini che scorrono sotto queste squallidissime voci sono tante : politiche, foto storiche, bei visi, brutti visi e mister B. che si becca due baci sulle guance da due donne.
Se si digita la parola "femmina"compaiono invece : femmina donna, femmina umana, femmina bona, femmina simbolo, femmina calda; se "femmina" lo si digita al plurale invece il problema si risolve ancora più semplicemente: femmmine belle, femmine senza reggiseno. Poi se si scrive "ragazza" si affaccia questo panorama: ragazza bella, ragazza carinaragazza al mare, ragazza brutta, ragazza emo.
E poi se si ricerca "donne al lavoro": donne e lavoro, donne in carriera, donne senza reggiseno e mutande, donne in ufficio, donne imprenditrici.
La carrellata prosegue per quasi tutti i nomi di donne, giornaliste, attrici al cui nome sono associate le seguenti voci correlate: hot, gambe, sexy, "ops".

Continuare non è necessario. Questa non vuole essere una mia riflessione post-femminista, ma una riflessione e basta. Ieri sera seguivo un programma in tv dove si parlava del caso dell'ex "pezzogrosso" del Fondo Monetario e della cameriera; nel dibattito s'è mosso di tutto. Ad una domanda che poneva una bravissima giornalista di Vanity Fair, un esponente del partito della Lega (quelli che del "celodurismo" ne fanno un vanto arrogante e onestamente anche un pò ridicolo), rispondeva orgogliosamente che il simbolo "fallico" e virile è un modo per comunicare agli elettori, per "sentirli vicini". Insomma un modo elegante per interagire con la base degli elettori. Insomma è un pò come dire : "chi ce l'ha sempre duro vota lega!", qualcosa di difficilmente verificabile a mio avviso; e alla domanda della giornalista che chiedeva se il tizio era contento da farsi rappresentare da un fallo, lui ha risposto candidamente "eh che male c'è!", scuotendo la testa come se parlasse ad una cretina. Il classico furbo da bar, provinciale (con tutto il rispetto per i bar e le province), arrogante, gradasso che notoriamente non conosce il limite.

L'altro giorno leggo sul sito di un giornale che un altro esponente della Lega, rispondendo ad una collega del partito democratico le dice una frase così :" Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te"

Ieri sera, poi il parterre (dal quale escludo il giornalista conduttore e pochi altri ospiti), composto da illuministi old-style ha chiosato con "un'elegante" misoginia ultimamaniera: "eh chissà se la cameriera là in America ha detto la verità!"..."eh si eh!Non vorrei che lei avesse fatto la furba...".
Eh si eh...Sai come son fatte le donne, bisogna vedere...che non l'abbia fregato eh!


Il cliente ha sempre ragione.



Il cliente ha sempre ragione

Amareggiata ma non stupita.
Disgustata ma disillusa. Se digitate la parola "donne" sulle immagini di google appare questo, in ordine: festa delle donne, donne senza vestiti, donne senza niente addosso. Le immagini che scorrono sotto queste squallidissime voci sono tante : politiche, foto storiche, bei visi, brutti visi e mister B. che si becca due baci sulle guance da due donne.
Se si digita la parola "femmina"compaiono invece : femmina donna, femmina umana, femmina bona, femmina simbolo, femmina calda; se "femmina" lo si digita al plurale invece il problema si risolve ancora più semplicemente: femmmine belle, femmine senza reggiseno. Poi se si scrive "ragazza" si affaccia questo panorama: ragazza bella, ragazza carinaragazza al mare, ragazza brutta, ragazza emo.
E poi se si ricerca "donne al lavoro": donne e lavoro, donne in carriera, donne senza reggiseno e mutande, donne in ufficio, donne imprenditrici.
La carrellata prosegue per quasi tutti i nomi di donne, giornaliste, attrici al cui nome sono associate le seguenti voci correlate: hot, gambe, sexy, "ops".

Continuare non è necessario. Questa non vuole essere una mia riflessione post-femminista, ma una riflessione e basta. Ieri sera seguivo un programma in tv dove si parlava del caso dell'ex "pezzogrosso" del Fondo Monetario e della cameriera; nel dibattito s'è mosso di tutto. Ad una domanda che poneva una bravissima giornalista di Vanity Fair, un esponente del partito della Lega (quelli che del "celodurismo" ne fanno un vanto arrogante e onestamente anche un pò ridicolo), rispondeva orgogliosamente che il simbolo "fallico" e virile è un modo per comunicare agli elettori, per "sentirli vicini". Insomma un modo elegante per interagire con la base degli elettori. Insomma è un pò come dire : "chi ce l'ha sempre duro vota lega!", qualcosa di difficilmente verificabile a mio avviso; e alla domanda della giornalista che chiedeva se il tizio era contento da farsi rappresentare da un fallo, lui ha risposto candidamente "eh che male c'è!", scuotendo la testa come se parlasse ad una cretina. Il classico furbo da bar, provinciale (con tutto il rispetto per i bar e le province), arrogante, gradasso che notoriamente non conosce il limite.

L'altro giorno leggo sul sito di un giornale che un altro esponente della Lega, rispondendo ad una collega del partito democratico le dice una frase così :" Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te"

Ieri sera, poi il parterre (dal quale escludo il giornalista conduttore e pochi altri ospiti), composto da illuministi old-style ha chiosato con "un'elegante" misoginia ultimamaniera: "eh chissà se la cameriera là in America ha detto la verità!"..."eh si eh!Non vorrei che lei avesse fatto la furba...".
Eh si eh...Sai come son fatte le donne, bisogna vedere...che non l'abbia fregato eh!


Il cliente ha sempre ragione.



Il cliente ha sempre ragione

Amareggiata ma non stupita.
Disgustata ma disillusa. Se digitate la parola "donne" sulle immagini di google appare questo, in ordine: festa delle donne, donne senza vestiti, donne senza niente addosso. Le immagini che scorrono sotto queste squallidissime voci sono tante : politiche, foto storiche, bei visi, brutti visi e mister B. che si becca due baci sulle guance da due donne.
Se si digita la parola "femmina"compaiono invece : femmina donna, femmina umana, femmina bona, femmina simbolo, femmina calda; se "femmina" lo si digita al plurale invece il problema si risolve ancora più semplicemente: femmmine belle, femmine senza reggiseno. Poi se si scrive "ragazza" si affaccia questo panorama: ragazza bella, ragazza carinaragazza al mare, ragazza brutta, ragazza emo.
E poi se si ricerca "donne al lavoro": donne e lavoro, donne in carriera, donne senza reggiseno e mutande, donne in ufficio, donne imprenditrici.
La carrellata prosegue per quasi tutti i nomi di donne, giornaliste, attrici al cui nome sono associate le seguenti voci correlate: hot, gambe, sexy, "ops".

Continuare non è necessario. Questa non vuole essere una mia riflessione post-femminista, ma una riflessione e basta. Ieri sera seguivo un programma in tv dove si parlava del caso dell'ex "pezzogrosso" del Fondo Monetario e della cameriera; nel dibattito s'è mosso di tutto. Ad una domanda che poneva una bravissima giornalista di Vanity Fair, un esponente del partito della Lega (quelli che del "celodurismo" ne fanno un vanto arrogante e onestamente anche un pò ridicolo), rispondeva orgogliosamente che il simbolo "fallico" e virile è un modo per comunicare agli elettori, per "sentirli vicini". Insomma un modo elegante per interagire con la base degli elettori. Insomma è un pò come dire : "chi ce l'ha sempre duro vota lega!", qualcosa di difficilmente verificabile a mio avviso; e alla domanda della giornalista che chiedeva se il tizio era contento da farsi rappresentare da un fallo, lui ha risposto candidamente "eh che male c'è!", scuotendo la testa come se parlasse ad una cretina. Il classico furbo da bar, provinciale (con tutto il rispetto per i bar e le province), arrogante, gradasso che notoriamente non conosce il limite.

L'altro giorno leggo sul sito di un giornale che un altro esponente della Lega, rispondendo ad una collega del partito democratico le dice una frase così :" Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te"

Ieri sera, poi il parterre (dal quale escludo il giornalista conduttore e pochi altri ospiti), composto da illuministi old-style ha chiosato con "un'elegante" misoginia ultimamaniera: "eh chissà se la cameriera là in America ha detto la verità!"..."eh si eh!Non vorrei che lei avesse fatto la furba...".
Eh si eh...Sai come son fatte le donne, bisogna vedere...che non l'abbia fregato eh!


Il cliente ha sempre ragione.



Il cliente ha sempre ragione

Amareggiata ma non stupita.
Disgustata ma disillusa. Se digitate la parola "donne" sulle immagini di google appare questo, in ordine: festa delle donne, donne senza vestiti, donne senza niente addosso. Le immagini che scorrono sotto queste squallidissime voci sono tante : politiche, foto storiche, bei visi, brutti visi e mister B. che si becca due baci sulle guance da due donne.
Se si digita la parola "femmina"compaiono invece : femmina donna, femmina umana, femmina bona, femmina simbolo, femmina calda; se "femmina" lo si digita al plurale invece il problema si risolve ancora più semplicemente: femmmine belle, femmine senza reggiseno. Poi se si scrive "ragazza" si affaccia questo panorama: ragazza bella, ragazza carinaragazza al mare, ragazza brutta, ragazza emo.
E poi se si ricerca "donne al lavoro": donne e lavoro, donne in carriera, donne senza reggiseno e mutande, donne in ufficio, donne imprenditrici.
La carrellata prosegue per quasi tutti i nomi di donne, giornaliste, attrici al cui nome sono associate le seguenti voci correlate: hot, gambe, sexy, "ops".

Continuare non è necessario. Questa non vuole essere una mia riflessione post-femminista, ma una riflessione e basta. Ieri sera seguivo un programma in tv dove si parlava del caso dell'ex "pezzogrosso" del Fondo Monetario e della cameriera; nel dibattito s'è mosso di tutto. Ad una domanda che poneva una bravissima giornalista di Vanity Fair, un esponente del partito della Lega (quelli che del "celodurismo" ne fanno un vanto arrogante e onestamente anche un pò ridicolo), rispondeva orgogliosamente che il simbolo "fallico" e virile è un modo per comunicare agli elettori, per "sentirli vicini". Insomma un modo elegante per interagire con la base degli elettori. Insomma è un pò come dire : "chi ce l'ha sempre duro vota lega!", qualcosa di difficilmente verificabile a mio avviso; e alla domanda della giornalista che chiedeva se il tizio era contento da farsi rappresentare da un fallo, lui ha risposto candidamente "eh che male c'è!", scuotendo la testa come se parlasse ad una cretina. Il classico furbo da bar, provinciale (con tutto il rispetto per i bar e le province), arrogante, gradasso che notoriamente non conosce il limite.

L'altro giorno leggo sul sito di un giornale che un altro esponente della Lega, rispondendo ad una collega del partito democratico le dice una frase così :" Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te"

Ieri sera, poi il parterre (dal quale escludo il giornalista conduttore e pochi altri ospiti), composto da illuministi old-style ha chiosato con "un'elegante" misoginia ultimamaniera: "eh chissà se la cameriera là in America ha detto la verità!"..."eh si eh!Non vorrei che lei avesse fatto la furba...".
Eh si eh...Sai come son fatte le donne, bisogna vedere...che non l'abbia fregato eh!


Il cliente ha sempre ragione.