martedì 1 novembre 2011

Convivere con la finzione

E' molto che non scrivo: per tante cose ho scelto di stare zitta in questo periodo.
Per una volta, ho deciso di non scrivere niente sulla fine grottesca del Raìs e sul compiacimento collettivo dei tanti dittatorelli travestiti da statisti pacifici e pacifisti. Preferirei non parlare dell'ipocrisia e degli occhi chiusi  del mondo, che ancora una volta dimostra di possedere, nei confronti del sangue versato in altre zone del mondo.
Non scrivo nulla sugli "indignati", perché la sono anche io.
Non parlerò delle risate europee e internazionali, né della letterina a babbonatale di intenti.

Ma su Ingroia zitta non posso stare. Non soltanto perchè lo stimo come persona e come figura professionale, ma perchè dobbiamo smetterla di pensare di vivere in un paese civile e normale. 
Viviamo in un Paese talmente inquinato e malato (profondamente malato!), che le parole semplicemente giuste di una persona colta e intelligentemente sensibile, procurano questo:


Ingroia è stato invitato pochi giorni fa a parlare di lotta alla mafia al congresso del Pdci. Dove sta il problema? C'è qualcuno che pensa veramente che la lotta alla mafia abbia un colore politico? stiamo scherzando davvero? Dov'è l'anomalia? L'errore? Se un giornalista, o un qualsiasi professionista, è invitato ad un qualsiasi congresso per intervenire su tematiche di vario genere, non può andare se non è "della sua parte"? Ma che storie sono?

La frase, che secondo i "malati" di questo Paese malconcio dovrebbe risultare infamante (si vergognassero loro ogni tanto!), è la seguente: “Quando si parla di Costituzione, lo confesso, sono davvero un partigiano, nel senso che sto dalla parte della Costituzione, difendo i suoi valori contro chi vorrebbe alterarla”.


E ora parliamone: dov'è l'errore? 

Sallusti ha scritto che "Ingroia andrebbe allontanato subito dalla magistratura", "tutto il suo lavoro passato

andrebbe rivisto alla luce di questa ammissione". Ma al "giornale" chi glieli scrive i testi??

Io credo che in un Paese normale, un magistrato che afferma di essere un partigiano della Costituzione sia un 

ESEMPIO, vigile, attento, sensibile, tremendamente professionale.


Appunto. In un Paese Normale.

Noi invece, in Italia, preferiamo raccontarci che Ruby sia la nipote di Mubarak e che il Parlamento abbia 

creduto a questa stronzata.
Non viviamo in un Paese normale, per molte altre cose.
Ma questa è un'altra storia.