martedì 29 gennaio 2013

Le mille e una notte: viaggio nella campagna elettorale italiana

Riapre il blog, dopo qualche mese di silenzio. Un silenzio abbastanza voluto.
Riapre "Go Away Marajà" e riapre parlando di politica e di campagna elettorale italiana.

Una rassegna di post dedicata all'analisi di tutti i programmi politici che decideremo di votare.

A occuparsene sarà Leonardo Grilli, giovane studente dell'Università di Siena, che racconterà minuziosamente le strategie e i segreti linguistici della dialettica politica.

Partiamo?


Il "nuovo" che avanza (dalla cena di ieri): PDL
di Leonardo Grilli

Nell’analizzare un programma elettorale di un partito, sono due le cose a cui credo si debba prestare particolare attenzione: lo stile ed i contenuti. Il primo svela la mentalità e le strategie comunicative, i secondi ti dimostrano che non ti stanno raccontando sciocchezze. O più spesso, il contrario. Saranno quindi queste due linee guida che seguirò durante questa serie di articoli sui programmi delle principale formazioni politiche italiane.

Lo stile: grafica e dono della sintesi(?)

La prima cosa che si nota andando a sfogliare il programma del Pdl (che potete trovare a questo link) è la marea di pagine in cui il lettore viene fatto affogare: 36, ben 31 in più del Pd. Gli unici che non fanno testo sono Sel, che in puro stile vendoliano presenta 50 pagine di prosa serrata, e la Lega Nord, che non si sa perché a deciso di creare un intricato insieme di link, categorie e sottocategorie. Ma ne parleremo in seguito. Ma la cosa divertente è che ciò che spicca di più in questo poema sono le foto: il marketing ha superato i contenuti, come dire che un programma si giudica dall’aspetto. Foto di soldi, di enormi edifici in costruzione, di bambini che giocano e donne che fanno sport, di inquietanti poliziotti e allegri studenti davanti ai libri. La sensazione che ho avuto è stata quella di risfogliare un vecchio libro di inglese per le elementari, dove le regole erano spiegate attraverso le illustrazioni (spesso grottesche diciamocelo, ma perché tutti devono sempre sorridere?). Infine, non poteva mancare la solita letterina scritta dal presidente, stampata in quarta e quinta pagina, in prima persona e dai toni fortemente paterni e protettivi. Tralasciando uno stile che, anche qui, sembra fatto per farsi capire da un bambino di cinque anni, i contenuti sono a dir poco contraddittori o nel migliore dei casi inutili: sono diventato nonno per la settima volta. Bene auguri, ma non segna un punto a tuo favore dammi retta. A meno che ovviamente non punti al voto degli ultraottantenni, cosa del tutto legittima. Aboliremo l’Imu, quando sono loro che l’hanno votata e sostenuta. Fine del finanziamento pubblico ai partiti, quando prenderanno lo stesso i rimborsi durante queste elezioni. E potrei andare avanti, e così farò.

I contenuti: scurdammoce ‘o passato

Va bene, probabilmente mi sentirete particolarmente critico nei confronti del Pdl, ma obbiettivamente ci sono cose che non si possono accettare, e primi fra tutti stanno coloro che vogliono prenderti in giro. A qualunque schieramento appartengano. I punti disseminati lungo il programma sono lo specchio della lettera di Silvio: tanta retorica, molta emotività, ma poca memoria e scarsissimo pudore. Prima cosa che salta all’occhio è la questione dei condannati in paramento: assolutamente non pervenuta, nonostante se ne sia tanto parlato. Ma nemmeno un “forse ci pensiamo”, niente. Limite al mandato dei parlamentari: il patto del parlamentare recita “impegnarmi al servizio del Paese per non più di due legislature, a partire da questa”. Capite? A partire da questa, ma pensano che siamo tutti analfabeti? Ciò vuol dire che tutte le mummie che da decenni deambulano fra le aule avranno ancora due legislature a loro disposizione. Per intervistarle ci vorrà il carbonio 14. Dimezzare i costi della politica: il punto c’è, ed è già qualcosa, ma sul come farlo non si è molto chiari. Rafforzamento dei poteri del Governo: ma dai, ancora? Hanno avuto la maggioranza più larga nella storia della repubblica e l’unica cosa che hanno fatto rapidamente sono le leggi ad personam. Conflitto di interessi: non pervenuto nemmeno lui, ma questo era prevedibile. Non puoi chiedere al tacchino di cucinarsi da solo. Federalismo fiscale: è già, qui ci sbizzarriamo. Divertente l’idea di lasciare alle autonomie locali il 75% delle entrate e di destinarne il 25% allo stato centrale; peccato che fu il centrodestra e la Lega ad abolire l’Ici, vera linfa vitale dei comuni italiani, costringendo poi poco dopo ad introdurre l’Imu. Famiglia: quella fra uomo e donna, e su questo non ci stupiamo ovviamente, aiutata da un piano bebè che non si sa di quanto sia e da un implemento degli asili nonostante i precedenti tagli della riforma Gelmini. Lotta all’evasione fiscale: non pervenuta nemmeno questa, in un paese con la più alta evasione europea. Turismo: il “nostro petrolio” lo definiscono, ed è un paragone azzeccato per l’uso che ne hanno fatto. Bruciato. Pubblica amministrazione: non si parla affatto della riduzione dei maxi stipendi dei grandi manager, o della partecipazione di enti privati in società pubbliche. Infine, sulla scuola, non vale nemmeno la pena commentare: tutto ciò che hanno scritto contrasta con quello che hanno fatto nel governo precedente.