martedì 4 gennaio 2011

Cenerentola

Cenerentola
rivisitata da Silvia Ballestra (da L'Unità del 31dicembre2010!)

"Era un pò agitata. Ma era una ragazza piena di risorse e così si disse...su, su, Cenerentola coraggio!, e usciì'. Sotto, la aspettava una Mercedes, interni in pelle, vetri oscurati. Così -disse l'autista- quando entriamo ner palazzo del principe nun ce vede nessuno e potremmo esse pure n'ambasciatore. Lei tentò di fare la spiritosa. Disse: e dopo mezzanotte la macchina diventa una zucca? Quello non rise. No cocca-disse- ma se fai er dovere tuo pò diventà 'na Ferrari. Cenerentola cominciava ad essere meno romantica del solito.

Arrivarono quasi subito. Bel palazzo. Bei bagni, cornici in oro e asciugacapelli. Poi, il salone delle feste, e lì, le prime sorprese. Tutte donne? Vabbé, si disse Cenerentola, siamo nel ramo fiabe da secoli, che sarà mai un pò di concorrenza. Poi venne la cena. Pennette tricolori, il gelato, la pizza. Dico, un principe potrebbe far meglio, ma le altre sembravano gradire.
Poi fu il momento delle canzoncine.

Cenerentola le trovava un pò sceme, ma va bene, sappiamo come sono le fiabe, mele avvelenate, lupi cattivi, non ci lamenteremo per qualche canzoncina cretina. Poi c'era quell'ometto bassino che animava la serata.

Un principe potrebbe trovare buffoni migliori, pensava Cenerentola. Ma subito si corresse... uh, come sei negativa!Poi vennero i filmini, sempre quell'omino... (...)
Cenerentola cominciava a spazientirsi. Cosi' sussurrò alla sua vicina, molto infervorata e convinta: ma 'sto principe, quando arriva? Ma è lui!, rispose quella.

Cenerentola uscì dal salone con una scusa. Imboccò le scale e le scese di corsa, uscì dal portone. Poi si ricordò di un dettaglio fondamentale. Apri' la borsetta e ne estrasse una scarpetta. Non sua, due numeri in più. La lascio' nel cortile e chiamò un taxi.
Così, disse, tanto per essere sicura che non mi ribeccano."




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